Per
la rubrica “Cucina Sostenibile” oggi parliamo di
pizza. È tra i cibi più diffusi al mondo e tra i
più amati. Ovunque si vada una
fetta di pizza la si riesce a trovare. È vero, non tutte
sono buone come quella
italiana ma è comunque un pezzo di casa fuori dal paese.
Se
poi pensiamo a quante varianti esistono, anche le
più strampalate come quella con l’ananas o con il
kebab, capiamo che la pizza è
un cibo inclusivo. Si adatta ad ogni esigenza di gusto o di
alimentazione ed è
alla portata di tutti i portafogli. Insomma un alimento buono e
salvacena.
Ma
anche quando si mangia la pizza bisogna fare
attenzione alle scelte che si fanno. Ogni volta che si addenta una
fetta di
pizza non ci si rende conto della dispersione di anidride carbonica che
sta
alle spalle. 1kg solo di pizza produce circa 2,5Kg di CO2. È
una stima che
nasce dal intersezione di diversi fattori. Ecco quelli che incidono di
più e
come evitarli.
Il
metodo di cottura
Il
forno nel quale viene cotta la pizza incide
pesantemente sul conseguente impatto ambientale. È ormai
storico il dibattito
sul forno a legna o forno elettrico e per quanto riguarda il gusto
sarà sempre
aperto. Tuttavia sull’impatto ambientale incide molto di
più un forno a legna.
Se
il forno a legna non è dotato di un buon filtro
che trattenga i fumi più nocivi, viene emessa un grande
quantità di polveri
sottili che incide poi sulla qualità dell’aria.
La
questione del filtro è centrale anche se si
utilizza un forno elettrico. Anche in questo caso per limitare la
dispersione
di polveri sottili bisogna dotarsi di un filtro adeguato.
Solo
così si riesce a tutelare un po’ la
qualità
dell’aria.
Scelta
del condimento
Appurato
come cuocere la pizza, facciamo un passo
indietro e parliamo di condimenti. Cosa mettere sulla pizza
è uno dei fattori
che più di tutti incide sull’ambiente. Questo
perché il problema è radicato
nella filiera alimentare che sta dietro alla banale scelta di una
“tonno e
cipolle”. Ogni alimento che si usa per condire la pizza si
porta dietro le
emissioni più o meno ingenti prodotte per la sua creazione.
Già solo l’utilizzo
della mozzarella fa salire l’impatto ambientale della pizza
ma se si vuole
aggiungere qualcosa di carne l’indice sale alle stelle. Tutto
questo perché
ogni alimento di per sé ha un suo impatto ambientale e la
catena di produzione
della carne è tra le più inquinanti.
Come
fare quindi? Si possono scegliere condimenti di
origine animale solo ogni tanto e prediligere un condimento semplice o
per lo
più di verdure. Infondo come si può negare la
bontà di una semplice
“margherita”?
Imballaggi
Infine
gli
imballaggi
sono una vera croce per l’ecosostenibilità della
pizza. Affidarsi alle pizzerie
d’asporto, specie ultimamente, è
un’abitudine consolidata. Dopo una giornata
frenetica, per festeggiare con gli amici, in occasione di eventi
speciali,
ordinare una pizza è un atto dovuto. È innegabile
il piacere di mangiare
direttamente dal cartone, sul divano, in spiaggia o in un parco ma dopo
quell’imballaggio che fine fa?
Viene
da pensare che essendo di cartone venga
smaltito con il resto della carta invece non è
così. Una volta unto non si può
più gettare con la carta e non viene più
riciclato.
Evitare
questo problema è più facile del previsto.
Si possono usare contenitori di plastica o carta riciclabile o andare a
ritirare la pizza con in propri contenitori. In alternativa ci si
può sempre
fermare in pizzeria a mangiarla o farla in casa che è sempre
molto divertente.
Sono
piccole accortezze eppure importanti per
l’ambiente perchè tenere il cervello acceso anche
in cucina è importante per
fare scelte consapevoli e sostenibili.